Video dell’evento Memorial di Thich Nhat Hahn, disponibile su YouTube
Registrazione dell’intero evento
Registrazione della meditazione guidata “Toccare e Guarire”

Il 22 gennaio scorso all’età di 95 anni si è spento il Venerabile Thich Nhat Hahn, uno dei monaci buddhisti più significativi, tra i più importanti nella trasmissione del Dharma in Occidente. 
Il Maestro ha scritto innumerevoli libri di Dharma, guidando ritiri di meditazione, creando il Plum Village in Francia ed essendo di ispirazione a innumerevoli persone, sia buddhiste che no. 

Memorial di Thich Nhat Nanh

Venerdì 27 gennaio l’ASSOCIAZIONE KALYANAMITTA – APS insieme al Centro di Meditazione di Lodi e il Sangha del Lago ha organizzato un Memorial di Thich Nhat Hanh, con ricordi di chi lo ha conosciuto, letture dei suoi testi, una meditazione guidata tra quelle che ci ha lasciato. 

Ringraziamo tutte le persone che hanno contribuito al memorial e le persone che lo vedranno o lo ascolteranno in registrazione.

Durante l’incontro abbiamo letto questa sua bellissima poesia:

Chiamami coi miei veri nomi

Non dire che domani scomparirò,
perché io arrivo sempre.

Guarda in profondità: io arrivo ogni secondo,
per essere un germoglio sul ramo a primavera;
per essere un minuscolo uccellino con le ali ancora fragili
che impara a cantare nel suo nido;
per essere un bruco nel cuore di un fiore,
per essere un gioiello che si nasconde in una pietra.

Io arrivo sempre, per ridere e per piangere,
per temere e per sperare.
Il ritmo del mio cuore è la nascita e
la morte di tutto ciò che è vivo.

Io sono un insetto che muta la sua forma sulla superficie di un fiume.
E io sono l’uccello che, a primavera, arriva a mangiare l’insetto.

Io sono una rana che nuota felice nell’acqua chiara di uno stagno.
E io sono il serpente che, avvicinandosi in silenzio, divora la rana.

Sono un bambino in Uganda, tutto pelle e ossa, le mie gambe esili come canne di bambù,
e io sono il mercante di armi che vende armi mortali all’Uganda.

Io sono la bambina dodicenne profuga su una barca,
che si getta in mare dopo essere stata violentata da un pirata.
E io sono il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.

Io sono un membro del Politburo, con tanto potere a disposizione.
E io sono l’uomo che deve pagare il ‘debito di sangue’ alla mia gente,
morendo lentamente in un campo di lavori forzati.

La mia gioia è come la primavera, così splendente che da sbocciare i fiori su tutti i sentieri della vita.
Il mio dolore è come un fiume in lacrime, così gonfio che riempie tutti i quattro oceani.

Per favore chiamatemi con i miei veri nomi,
cosicché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme;
cosicché io possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.

Per favore chiamatemi con i miei veri nomi,
cosicché io mi possa svegliare
e cosicché la porta del mio cuore sia lasciata aperta,
la porta della compassione.

Da: Thich Nhat Hanh, “Essere pace”, Astrolabio Ubaldini, 1989