La gestione di accettazione e non giudizio è un tema fortemente sentito da chi pratica la meditazione. Vi sono molti modi per lavorarci, uno di questi è sviluppare la meditazione di gentilezza amorevole, in lingua pāli mettā, che permette di accogliere quanto accade con sempre minore resistenza, facendo sciogliere i nodi che ci attanagliano.
Un altro modo è quello di sviluppare maggiore consapevolezza di quello che accade nella nostra mente, lavorando sulla saggezza, in lingua pāli pañña, la conoscenza diretta di quello che accade e che spesso invece ci rimane del tutto oscuro.
La forma di meditazione più adatta per questo “lavoro” è quella della vipassana, l’osservazione diretta e profonda che può portarci a intuizioni dirette e profonde.
Meditazione di accettazione e non giudizio
Come usuale, iniziamo la meditazione ponendoci in un luogo tranquillo e non rumoroso. Sediamoci nel modo che preferiamo (un cuscino, una sedia, un panchetto, possiamo anche sdraiarci) e muoviamo il corpo fino a trovare una posizione comoda ed elevata, con la schiena il più possibile dritta e con il peso ben bilanciato.
Portiamo quindi l’attenzione sul respiro. Questa fase è molto importante per permetterci di rilassare le tensioni che abbiamo accumulato. Continuiamo così finché non ci sentiamo sufficientemente tranquilli.
Osserviamo il respiro dall’inizio alla fine, ponendo attenzione al momento dell’inizio dell’inspirazione e il momento della sua fine, e così per l’espirazione. Sviluppiamo in questo modo la capacità di osservare.
Allarghiamo la consapevolezza osservando i pensieri che attraversano la nostra mente. Proviamo a non farci intrappolare da storie e fantasie, ma rimanendo soltanto ad osservare.
Come per il respiro, iniziamo ad osservare quando un nuovo pensiero si presenta e quando un pensiero che era stato nella mente smette di esserlo.
Diventiamo più sottili ed iniziamo ad osservare quei pensieri che si sviluppano dai pensieri: i giudizi. Potremmo pensare qualcosa di particolarmente negativo, ed esprimere un giudizio negativo sulla sua presenza, sul fatto che lo stiamo pensando. Analogamente si potrebbe dare giudizi su qualcosa che giudichiamo positivamente.
Osserviamo i pensieri come se fossero uccelli nel cielo: gli uccelli ci sono, ma non possiamo controllarli. Allo stesso modo, come non ci viene di giudicare gli uccelli, possiamo provare a non giudicare nemmeno i pensieri.
Visualizziamo un uccello davanti a noi, ed anche in questo caso osserviamo che dare un giudizio su questo uccello non ha senso. Possiamo fare lo stesso con i pensieri che ci si presentano più incessantemente.
Possiamo addirittura visualizzare un uccello che ci si posa sulla testa, anche in questo caso riconoscendo che dare giudizi non ha senso: basterà muovere la testa per mandare via l’uccello, basterà continuare a respirare per permettere al pensiero di passare.
Da ultimo, portiamo l’osservazione dagli uccelli al cielo, alla nostra mente incontaminata dai pensieri. Rimaniamo in questa serena osservazione per tutto il tempo che vogliamo.
Buona pratica!
Referenze
Meditazione di accettazione e non giudizio di Sirimedho Stefano De Luca registrata nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il 20 gennaio 2023.
A seguire ci sono state delle riflessioni di Dharma sullo stesso tema, partendo da un breve testo di Ajahn Chah:
Foto di copertina di Wayhomestudio.
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