Continuiamo ad esplorare la meditazione di gentilezza amorevole (in pāli: mettā) con questa meditazione di gentilezza amorevole verso noi stessi.
Perché possiamo aver bisogno di meditazioni “preliminari” prima di accedere alla meditazione mettā completa? Spesso si ritiene che questa sia una meditazione “facile”, ma molte persone trovano difficile inviare un senso di benessere, felicità e pace a sé stessi, perché non si reputano adatti, o perché ci sono delle avversioni che si sono sviluppate per il nostro comportamento e per la nostra vita. Sarà quindi utile sviluppare quindi questo senso di agio verso noi stessi, perché se non siamo capaci di provare questa sensazione per noi stessi, come potremmo provarla e inviarla agli altri?
Meditazione di gentilezza amorevole verso noi stessi
La meditazione parte da una posizione comoda. Sarà utile sviluppare l’intenzione di praticare questa meditazione per il beneficio nostro e di tutte le persone e di tutti gli esseri.
Portiamo quindi l’attenzione sul nostro corpo e sulla nostra mente, osservando come sono, in modo non giudicante.
Scegliamo a questo punto una persona (ma anche un animale o un altro essere), che ci sia cara ma possibilmente con cui non abbiamo rapporti di tipo sentimentale. Sentiamo la connessione che abbiamo con quella persona, il senso di accoglienza, di protezione, di cura che quella persona ha avuto per noi.
Proviamo a inviare un senso di benevolenza a quella persona. Ci possiamo aiutare con delle frasi:
- Che possa star bene
- Che possa essere felice
- Che possa essere in pace
- Che possa vivere in abbondanza
- Che possa non subire alcun danno
- Che possa non avere difficoltà
- Che possa non avere problemi
- Che possa sempre andare incontro al successo spirituale
- Che possa avere la pazienza, il coraggio, la comprensione e la determinazione per andare incontro alle inevitabili difficoltà, ai problemi e ai fallimenti della vita e poterli superare
Per ognuna di queste frasi possiamo immaginare quella persona come se avesse già raggiunto quello che gli stiamo augurando. Ad es. se auguriamo “che possa essere in pace”, vediamo quella persona senza conflitti, senza persone che lo aggrediscano, lontana dalla guerra.
Possiamo ripetere queste frasi alcune volte, o possiamo anche inviare gli stessi auguri silenziosamente. Possiamo portare l’attenzione sul nostro cuore, immaginando che sia luminoso e che un raggio di luce vada da noi alla persona che abbiamo scelto.
Ripetiamo questo processo, stavolta verso noi stessi. Anche in questo caso possiamo farci aiutare dalle frasi, immaginando per ognuna di esse di aver noi stessi già raggiunto quelle condizioni.
Rimaniamo in silenzio ancora un po’. Possiamo condividere i meriti di questa pratica con le persone che abbiamo scelto e tutti gli esseri.
Buona pratica!
Referenze
Meditazione di gentilezza amorevole verso noi stessi di Sirimedho Stefano De Luca registrata nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il giorno 1 novembre 2022.
Sono seguite delle riflessioni collegate allo stesso tema:
Foto di copertina di Vladimir Fedotov.
Dona il tuo 5x1000 all'Associazione Kalyanamitta APS!
👉👉👉 Puoi donare il 5×1000 scrivendo il nostro codice fiscale sulla tua dichiarazione dei redditi, sezione 5x1000 :
90096630588
Complimenti! Ora sei iscritto/a!