Meditazione sui fardelli

Meditazione sui fardelli

Meditazione sui fardelli, osservare come l'attaccamento al corpo e alla mente ci rendano pesanti e come possiamo diventare più leggeri

Con questa meditazione sui fardelli andiamo ad esplorare i costituenti della nostra realtà, composta dagli elementi corporei e dagli elementi della mente. Il nostro obiettivo è meditare per scoprire se abbiamo attaccamenti a questi elementi, e se questi attaccamenti ci fanno sentire più affaticati, meno liberi, come se portassimo dei pesanti fardelli.

Il corpo è in continuo divenire, e così la mente, ma spesso non riusciamo ad accettare questo, vogliamo rimanere giovani, o almeno non diventare vecchi, ci sentiamo sempre gli stessi anche se il corpo si rinnova continuamente e cambia e la nostra mente è così mutevole che in pochi secondi non vi è più un pensiero di quelli che erano apparsi precedentemente. Allora esercitiamoci con questa meditazione per scoprirne il dinamismo e la libertà di poter lasciar andare questi presupposti così mal fondati!

  1. Iniziamo a portare la consapevolezza sulla nostra intenzione, quella che ci ha portato a meditare. Possiamo immaginare questa intenzione come un grande fiore di loto, dove sedere ben orientati e protetti.
  2. Portiamo quindi l’attenzione sul corpo, iniziando a sentire il respiro che entra e il respiro che esce.
  3. Osserviamo poi tutte le parti del corpo in movimento, sia che sia innato che prodotto da qualcosa di esterno, ad esempio il ciclo della respirazione.
  4. Scegliamo quindi un punto preciso del nostro corpo, e osserviamo se è completamente immobile o si sta muovendo o vibrando.
  5. Poniamoci quindi la domanda: cosa succederebbe se quella parte del corpo non ci fosse più, o si ammalasse, bruciasse o venisse danneggiata in un incidente? Osserviamo l’effetto di questa domanda sulla nostra mente e sul nostro corpo
  6. Chiediamoci se questo corpo che invecchia, che cambia sia per noi un fardello e perché.
  7. Proviamo quindi a sentire se quella parte del corpo siamo noi, ci definisce, è il nostro sé.
  8. Da ultimo possiamo asserire queste frase nella nostra mente: quindi io non sono il mio corpo, il corpo non è me stesso, il mio corpo non mi limita.
  9. Lasciamo andare così il fardello.

Referenze

Meditazione sui fardelli di Sirimedho Stefano De Luca  registrata nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il giorno 28 ottobre 2022.

Sono seguite delle riflessioni sullo stesso tema partendo da un insegnamento del Buddha, il SN 22.22: Bhara Sutta – Il fardello

Immagine di copertina Adli Wahid, un uomo che spinge un trishaw (triciclo) con un carico pesante nella strada di Dhaka, Bangladesh.

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