Perché fare una meditazione per osservare i pensieri come bolle? La mente è organizzata per essere continuamente distratta. Ci sono dei processi, come il Default Mode Network, che attivano continuamente aree del cervello anche se siamo in completo riposo. Dal punto di vista evoluzionistico questo ha il vantaggio di mantenerci sempre all’erta, di non permettere al cervello di andare totalmente in stati, per poter rispondere meglio ai pericoli dell’ambiente. Ma sono passati milioni di anni da quando questa evoluzione era decisamente necessaria, i rischi dell’ambiente si sono grandemente ridotti, ma il nostro cervello è sempre là, un’automobile che anche quando è spenta fa rombare i motori.
Dal punto di vista più alto, questa attività neurale può sfociare in un flusso continuo di pensieri, il chiacchiericcio mentale, che in inglese è definito come mind wandering e nella lingua Pāli è definito papañca, la proliferazione mentale. Il risultato è che spesso ci perdiamo in questa proliferazione di pensieri, dove un pensiero porta all’altro e poi ad un’altro ancora in una catena dove è molto facile perdere l’inizio.
La proliferazione mentale non è nemmeno neutra. E’ stato scientificamente provato che all’aumentare del chiacchiericcio della mente aumenta il cosiddetto negativity bias, che fa vedere il mondo come negativo e pericoloso. Anche questo è un effetto dell’evoluzione: meglio vedere il mondo come negativo e non essere mangiati da una tigre che rilassati a un passo dalle zanne! Ma quante tigri abbiamo nel nostro salotto?

Meditazione sui pensieri come bolle
La meditazione che proponiamo ha lo scopo di osservare i pensieri in modo isolato, senza perderci dentro di essi. Per questo li osserviamo ognuno di essi all’interno di una bolla, permettendo anche di percepire la mente che osserva dalla mente che pensa. Permette anche di vedere la mente come un processo e non come un blocco rigidamente definito. In questo modo possiamo fare esperienza della spaziosità della consapevolezza, praticando la gentilezza verso noi stessi e la capacità di essere pazienti nel mentre che esploriamo la nostra vita mentale interna. Questa meditazione guidata è ripresa da una proposta da Enrique Collazo.
Meditiamo con l’aiuto del respiro
Per praticare questa meditazione, che si può ascoltare nell’audio, possiamo seguire i seguenti passi.
- Sediamoci comodi, non importa se su un cuscino, una sedia o un panchetto. Proviamo a portare la schiena eretta, per garantirci stabilità ed energia. Possiamo portare le mani in grembo, lasciando aprire le braccia per favorire la respirazione.
- Iniziamo ad osservare tutto il corpo, iniziando dalla cima della testa e scendendo sugli occhi, la bocca, la mandibola, il collo, il torace e così via fino ad arrivare i piedi. Per ogni parte del corpo osserviamo se vi è una tensione e, se è così, respiriamo permettendogli di rilassarsi.
- Portiamo l’attenzione al momento presente, con l’aiuto del respiro, osservando il respiro che entra ed esce dal corpo e gli effetti che ha su di esso: il torace si alza e abbassa, come anche l’addome; c’è maggiore energia quando si inspira e maggiore stabilità quando si espira… osserviamo cosa ci succede in questo momento, nel corpo e nella mente.
- Portiamo l’attenzione alla mente, osservando i pensieri che sono presenti. Possiamo osservare quando si presentano, quando si sciolgono e vanno via, la loro persistenza.
- Osserviamo ora ogni pensiero come se fosse avvolto da una bolla che galleggia davanti a noi nello spazio della consapevolezza. La bolla è proprio la consapevolezza: non ci stiamo perdendo in quel pensiero, in quella storia, ma ci permettiamo di osservarlo con calma, con serenità.
- Se ci perdiamo nei pensieri, non è un problema. Ce ne siamo accorti, e già questa è una forma di consapevolezza. Semplicemente, gentilmente, ritorniamo al respiro e torniamo ad osservare i pensieri come bolle.
- Osserviamo la vita dei pensieri, il processo continuo della nostra mente. Osserviamo i pensieri nascere, permanere e poi scomparire. Osserviamo anche che da alcuni pensieri ne nascono altri.
- Sentiamo la libertà di non dover seguire automaticamente i pensieri, la libertà di sapere che i pensieri sono un processo della mente. Possiamo scegliere se seguirli o meno, se fidarci o meno di essi.
- Portiamo ora di nuovo l’attenzione al corpo, osservandolo ancora dalla cima della testa alla pianta dei piedi. Permettiamoci di rilassare la parti del corpo che sono in tensione. Possiamo chiederci se, rispetto all’osservazione precedente, è cambiato qualcosa.
- Concludiamo la meditazione rimanendo sul respiro.
Si conclude così la meditazione per osservare i pensieri come bolle.
Buona pratica!
Referenze
Meditazione di accettazione e non giudizio di Sirimedho Stefano De Luca registrata nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il 20 gennaio 2023.
A seguire ci sono state delle riflessioni di Dharma su dei ricordi di amicizia e del Monastero Santacittarama.
Foto di copertina di Kind and Curious su Unsplash.
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