Referenze

Questa meditazione è adatta a tutti, in particolare per i meditanti che hanno già una certa pratica. Il suo obiettivo è quello di lavorare sui nostri punti di vista, in particolare quelli che fanno sì che crediamo davvero che esista un sé permanente che non muta mai. È ripresa da un sutta del Buddha, SN 24.1: Vāta Sutta – Venti, ma non contiene riferimenti religiosi.

Meditazione sui venti

La meditazione parte dall’osservazione del respiro, osservando come ogni respiro non si limita a far entrare e uscire aria dal nostro naso, ma muta il corpo stesso, alzando il torace e l’addome, e così sollevando le spalle e le braccia, fino ad andare sottilmente a muovere l’intero corpo. Pensare che il respiro sia semplicemente aria che entra e aria che esce è un errore, è come pensare che :

‘I venti non soffiano; i fiumi non scorrono; le gestanti non partoriscono; la luna e le stelle non sorgono e non tramontano, ma rimangono stabili come un pilastro.’

Buddha, SN 24.1: Vāta Sutta – Venti

Portiamo quindi l’attenzione alle sensazioni che arrivano dal nostro corpo o dalla nostra mente, classificandole come piacevoli, spiacevoli o neutre. Osserviamo come anche queste sensazioni siano continuamente mutevoli, e pensare di poter mantenere una sensazione spiacevole, o temere che una spiacevole permanga, è proprio come pensare che i venti non soffiano, i fiumi non scorrano e così via.

A questo punto possiamo portare l’attenzione al processo di etichettatura, quello delle percezioni, in cui riconosciamo l’oggetto con cui il nostro corpo o la nostra mente sono entrati in contatto e gli diamo un nome: questa è la stoffa, questo è un rumore della lavatrice, questo è il pavimento… Di nuovo, osserviamo come anche queste percezioni siano continuamente mutevoli, e pensare di poter mantenere una percezione stabile sia proprio come pensare che i venti non soffiano, i fiumi non scorrano e così via.

A questo punto possiamo portare l’attenzione a i pensieri, alle emozioni, alle paure e ai desideri, osservando nella mente tutti questi contenuti, queste storie. Di nuovo, osserviamo come anche questi pensieri siano continuamente mutevoli, e pensare di poter mantenere un pensiero, o volerlo scacciare a nostro desiderio, sia una lotta destinata a soccombere, e sia proprio come pensare che i venti non soffiano, i fiumi non scorrano e così via.

Ripetiamo la stessa osservazione sulla coscienza sensoriale, quel senso di “è avvenuto questo”, “il mio corpo ha toccato la stoffa dei calzini”. Inevitabilmente, scopriremo che anche la coscienza cambia continuamente, proprio come i venti e i fiumi.

Ora passiamo ad osservare come aggrapparsi o credere nella stabilità del corpo e della mente non sia altro che fonte di sofferenza, insoddisfazione e stress. Questa è una parte molto importante di questa meditazione.

Completiamo la meditazione riposando nella pace di essere un continuo cambiamento, un processo dinamico, senza nulla di permanente a cui attaccarci. Ma sentendo che questo flusso è libertà, e gioia.

Buona pratica!

Referenze

Meditazione sui venti di Sirimedho Stefano De Luca  registrata nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il giorno 30 settembre 2022.

A questa meditazione sono seguite delle riflessioni sullo stesso tema.

Foto di copertina di Khamkéo Vilaysing, presa a Iraty, Biarritz, Francia.