Per approfondire leggi “Riflessioni di Dharma sulla guerra“
In questi giorni di guerra tra la Russia e l’Ukraina c’è una tensione che si ripercuote in tutti noi. Sentimenti di paura, preoccupazione, orrore per le morti insensate si amplificano nel nostro corpo e nella nostra mente.
Anziché lasciare inespressi questi sentimenti, conosciamoli a fondo con l’aiuto della meditazione.
La guerra è uno dei comportamenti più non salutari che possano succedere al mondo, nutrita e causata da stati mentali non salutari e da lunghe catene di causa ed effetto che non sono state esaurite in modo pacifico.
Guerra per ignoranza
Il Buddha ha insegnato che tutti teniamo alla vita, e la ragione per cui è possibile farlo è perché si è perso il senso di identità degli esseri tra di loro:
Tutti temono il bastone,
a tutti la vita è cara.
Considerando gli altri come sé stesso,
un uomo non dovrà né uccidere né far uccidere.
Dhammapada 130
Usando la meditazione di gentilezza amorevole, mettā, entriamo in contatto prima con noi stessi, poi con gli attaccati e poi ancora con gli attaccanti, mandando dal nostro cuore l’augurio di star bene, in pace, in buona salute, protetti, accuditi, di poter avere tutto ciò di cui si ha bisogno.
Il potere trasformativo della pratica
Non sotto stimiamo l’importanza del nostro cuore, della nostra pratica. Agendo su di noi possiamo cambiare l’unica cosa su cui abbiamo realmente potere di azione, la nostra mente. Ma agire su di noi è come quando un frutto maturo cade in uno stagno tranquillo: le onde si spargeranno dappertutto, raggiungendo ogni parte dello stagno e influenzandole, seppur di poco. Ma se il piccolo frutto diventa un grande meteorite, il cambiamento sarà forte. Pensiamo all’importanza dei cambiamenti dati dalle grandi figure spirituali, come il Buddha, Gesù, San Francesco, che dopo millenni sentiamo ancora vicini a noi, figure che hanno trasformato il mondo.
Non perdiamo le speranze, ma pratichiamo e agiamo per rendere noi e il mondo luoghi sereni dove vivere.
Referenze
Meditazione sulla guerra registrata nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il giorno 26 febbraio 2022.
Foto di copertina da Corriere Umbria
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