Sembra che il nemico pubblico numero uno della meditazione siano le distrazioni, questi pensieri che si inseriscono in qualunque cosa facciamo per portarci in un altro mondo, in un altro, con altre persone – in poche parole, per allontanarci dal momento presente.
Ma, come recita l’adagio, se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico! Ovviamente non intendiamo riempire la nostra mente di distrazioni e proliferazioni mentali, ma piuttosto porle sotto l’occhio della consapevolezza, in modo da capire esattamente la loro natura. Come spesso succede con i comportamenti non salutari, accettarli, riconoscere che ci sono, conoscerli a fondo conduce alla loro riduzione se non alla sparizione completa.
Meditazione sulle distrazioni
La meditazione inizia portando l’attenzione sulla nostra intenzione. È sempre bene dare una direzione alla nostra pratica tornando alla ragione per cui abbiamo scelto di meditare, di praticare, in particolare se oltre per il nostro beneficio lo facciamo per il beneficio delle altre persone, degli altri esseri.
Portiamo quindi l’attenzione sul respiro, osservando come entra ed esce dal nostro corpo, mettendoci in contatto profondo con il mondo, che entra in noi con l’aria e di cui facciamo parte restituendo l’aria respirata.
Una volta che abbiamo raggiunto una certa pace, apriamo l’attenzione ai pensieri. Possiamo vederli come uccelli, che mentre guardiamo il cielo appaiono e poi scompaiono.
Dopo aver osservato i pensieri uno ad uno, permettiamo alla mente di distrarsi, ma sempre mantenendo l’osservazione dei pensieri. Vedremo che i pensieri diventano come uno stormo di uccelli, sempre di più, sempre più numerosi. Ma pratichiamo mantenendo l’attenzione sul respiro e, sebbene la mente sia distratta, osservando i pensieri.

Con questa osservazione possiamo imparare a conoscerli meglio. Ad esempio, potremo riconoscere degli schemi ricorrenti nelle distrazioni, dei temi che evidentemente sono significativi per noi. Potremo anche vedere come i passaggi da un pensiero all’altro siano così veloci, così strani, che è davvero difficile capire da dove sia originato un pensiero.
In questo modo possiamo pian piano vedere come i pensieri, le distrazioni, siano davvero come gli uccelli, qualcosa che non siamo noi e a cui non vale la pena di credere e basare la nostra vita.
Concludiamo la meditazione sulle distrazioni tornando al respiro e portando l’osservazione sulla mente che osserva, che in tutto questo tempo è sempre stata stabile e non toccata dai pensieri.
Referenze
Meditazione sulla distrazioni guidata da Sirimedho Stefano De Luca e registrata nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il giorno 20 maggio 2022.
A questa meditazione sono seguite queste riflessioni sullo stesso tema:
Foto di copertina di Aude-Andre Saturnio
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