In queste riflessioni ci chiediamo come affrontare la morte, anche in termini molto pratici, partendo dalla lettura di un sutta, MN 143: Anathapindikovada Sutta – Insegnamenti a Anathapindika, in cui il laico Anathapindika, il grande sostenitore laico del Buddha a cui costruì il primo monastero, è sul letto di morte e riceve delle istruzioni dai Venerabili Sariputta e Ananda.

Un insegnamento di Ajahn Chah

Abbiamo fatto riferimento a una storia di Ajahn Chah:

Una devota e anziana signora del villaggio di una provincia vicina venne in pellegrinaggio a Wat Ba Pong. Disse ad Ajahn Chah che poteva restare solo per poco tempo poiché doveva tornare per prendersi cura dei suoi pronipoti e, poiché era una signora anziana, gli chiese se poteva per favore farle un breve discorso di Dharma.

Ajahn Chah rispose con grande forza: “Ehi, ascolta. Non c’è nessuno qui, solo questo. Nessun proprietario, nessuno che sia vecchio, che sia giovane, che sia buono o cattivo, debole o forte. Solo questo, tutto qui; vari elementi della natura si mettono in gioco, tutti vuoti. Nessuno nasce e nessuno muore. Chi parla di morte parla il linguaggio dei bambini ignoranti. Nel linguaggio del cuore, del Dharma, non esiste una cosa del genere.

Abbiamo anche parlato di un insegnamento del Venerabile Thich Nhat Hahn ai bambini e agli adulti, che pubblicheremo in un post separato.

Referenze

Riflessioni su come affrontare la morte di Sirimedho Stefano De Luca, registrate nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il 31 marzo 2023.

Queste riflessioni sono state precedute dalla meditazione sul ciclo della vita.

MN 143: Anathapindikovada Sutta – Insegnamenti a Anathapindika, Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano. Disponibile su Canonepali.net https://www.canonepali.net/mn-143-anathapindikovada-sutta-insegnamenti-a-anathapindika/