Spesso confondiamo il mondo con la visione che abbiamo di esso. Possiamo così vedere la stessa cosa come se fosse il paradiso o come se fosse l’inferno. Questo è espresso in modo mirabile in una storia tratta dal famoso libro “101 storie Zen”, esattamente la numero 57:

La storia del soldato, tra paradiso e inferno

Un soldato che si chiamava Nobushige andò da Hakuin e gli domandò: «C’è davvero un paradiso e un inferno?».

«Chi sei?» volle sapere Hakuin.

«Sono un samurai» rispose il guerriero.

«Tu un soldato!» rispose Hakuin. «Quale governante ti vorrebbe come sua guardia? Hai una faccia da accattone!».

Nobushige montò così in collera che fece per snudare la spada, ma Hakuin continuò: «Sicché hai una spada! Come niente la tua arma è troppo smussata per tagliarmi la testa».

Mentre Nobushige snudava la spada, Hakuin osservò: «Qui si aprono le porte dell’inferno!».

A queste parole il samurai, comprendendo l’insegnamento del maestro, rimise la spada nel fodero e fece un inchino.

«Ora si aprono le porte del paradiso» disse Hakuin.

Racconto tratto da 101 storie zen, a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps (trad. di A. Motti)
Samurai

Ma questo ci riguarda?

Il problema è che leggiamo queste storie come se riguardassero qualcun altro, mentre pensiamo che “noi” no, “noi” non rischiamo di fare di questi errori. Molto di questo dipende dal fatto che consideriamo affidabili le percezioni, le informazioni, che arrivano dai nostri sensi.

Ma è proprio così? Ci possiamo affidare? O forse conviene andare oltre queste erronee costruzioni di paradiso e inferno?

Referenze

Riflessioni su paradiso e inferno registrate nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il 15 Aprile 2022.

Prima di queste riflessioni abbiamo praticato una parte della meditazione anapanasati, la consapevolezza del respiro, fino al passo della gioia:

Foto di copertina del ponte di Ariccia visto dall’alto. A destra si vede una piccola porzione del bosco protetto.