Queste riflessioni sono sui cinque aggregati (khandha, in lingua Pāli), gli elementi in cui il Buddha enumera i componenti a cui ci attacchiamo per definire una persona con la sua personalità e il suo sé.
Sono i seguenti
- rupa: forma (o immagine materiale, impressione)
- vedanā: sensazioni (senso di piacevole, spiacevole o neutro, ricevuto dalla forma)
- sañña: percezioni, riconoscimento dell’oggetto
- saṅkhāra: formazioni mentali, pensieri, emozio e più in genere le attività mentali o le formazioni
- viññāṇa: la coscienza snsoriale.
E’ un tema di cui il Buddha ha parlato spesso, come è dimostrato dal fatto che vi sono numerosi sutta che prendono a titolo i khandha.
Nel testo del Samyutta Nikaya 22.48, il Buddha spiega così gli aggregati:
A Savatthī.
Khandasutta, SN 22.48
“Mendicanti, vi insegnerò i cinque aggregati e i cinque aggregati di presa. Ascoltate …
E quali sono i cinque aggregati?
Qualsiasi tipo di forma: passata, futura o presente; interna o esterna; grossolana o fine; inferiore o superiore; lontana o vicina: questo è chiamato l’aggregato della forma.
Qualsiasi tipo di sensazione…
Qualsiasi tipo di percezione…
Qualsiasi tipo di scelta…
Qualsiasi tipo di coscienza: passata, futura o presente; interna o esterna; grossolana o fine; inferiore o superiore; lontana o vicina: questo è chiamato l’aggregato della coscienza.
Questi sono chiamati i cinque aggregati.
E quali sono i cinque aggregati di attaccamento?
Qualsiasi tipo di forma: passata, futura o presente; interna o esterna; grossolana o fine; inferiore o superiore; lontana o vicina, che è accompagnata da contaminazioni ed è incline ad essere afferrata: questo è chiamato l’aggregato della forma connesso con l’attaccamento.
Qualsiasi tipo di sensazione…
Qualsiasi tipo di percezione…
Qualsiasi tipo di scelta…
Qualsiasi tipo di coscienza: passata, futura o presente; interna o esterna; grossolano o fine; inferiore o superiore; lontana o vicina, che è accompagnata da contaminazioni ed è incline ad essere afferrata: questo è chiamato l’aggregato di coscienza connesso con l’attaccamento.
Questi sono chiamati i cinque aggregati di presa”.
Nel Khandasutta in SN 25.10 il Buddha riporta come “la forma è impermanente, soggetta a svanire e al cambiamento” e analogamente le sensazioni, le percezioni, le formazioni mentali e la coscienza.
Ma è nel Khandhasutta in SN 27.10 che il Buddha indica perché bisogna conoscere a fondo i cinque aggregati:
“Mendicanti, il desiderio e l’avidità per forma, sentimento, percezione, formazioni mentali o coscienza sono una corruzione della mente. Quando un mendicante ha abbandonato la corruzione mentale in questi cinque casi, la sua mente tende alla rinuncia. Una mente imbevuta di rinunzia è dichiarata capace di conoscere direttamente tutto ciò che può essere realizzato.”
Khandhasutta, SN 27.10
Buon ascolto!
Referenze
Riflessioni sui cinque aggregati registrate nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il giorno 18 febbraio 2022.
Khandhasutta, SN 22.48, traduzione di Bhikkhu Sujato
Khandhasutta, SN 25.10, traduzione di Bhikkhu Sujato
Khandhasutta, SN 27.10, traduzione di Bhikkhu Sujato
Foto di copertina di Thant Zin Aung
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