Queste riflessioni sui mantra vogliono fare luce su un aspetto di cui si parla spesso ma che viene praticato poco.
La pratica del Buddhadharma in ambito Theravada è centrata sullo sviluppo degli aspetti morali, sulla pratica meditativa, e l’approfondimento diretto della saggezza, i tre assi di sila-samadhi-pañña. Vi sono però numerosi aspetti complementari, quali l’uso di statue del Buddha, ognuna con una diversa funzione simbolica mostrata anche dalla posizione delle mani, i cosidetti mudra.
Un ulteriore aspetto è rappresentato dai mantra. Nel Buddhismo, i mantra sono parole o frasi che vengono ripetute come parte della pratica meditativa. Possono essere recitati ad alta voce o sussurrati, ma più spesso vengono ripetuti mentalmente. I mantra buddhisti sono spesso composti da sillabe o suoni che si ritiene abbiano un effetto benefico sulla mente e sul corpo.
La recitazione del mantra può aiutare a concentrarsi e a calmare la mente, grazie agli effetti delle vibrazioni dei suoni che si recitano, che possono avere un effetto positivo sull’energia del corpo e sulla consapevolezza spirituale.
I mantra sono molto praticati in particolare in ambito Mahayana e Vajrayana. Tra i mantra più famosi vi è quello di Avalokiteshvara, il Bodhisattva della Compassione: Om Mani Padme Hum, che significa “O Gioiello del Loto!”. Il loto, simbolo di saggezza, cresce nel fango senza esserne macchiato: così grazie a metodo e saggezza, si possono trasformare corpo, parola e mente impuri in quelli puri di un Buddha.
Nel Buddhismo Theravada, la pratica dei mantra non ha una grande enfasi come nelle tradizioni buddhiste Mahayana e Vajrayana. Tuttavia, ci sono alcuni esempi di mantra nel Buddhismo Theravada, come il recitare il nome del Buddha e degli altri due Gioielli del Dharma e del Sangha. Ripetere le parole nella lingua pāli “Buddho”, “Dhammo” e “Sangho” è un modo per aiutare a mantenere la mente concentrata durante la meditazione e di connettersi con i Tre Gioielli.
Tipicamente si recita “Buddho” (che naturalmente vuol dire Buddha), spezzandolo in due: Bud- durante l’inspirazione e -dho durante l’espirazione. Si può così usare questo mantra per respirare o durante la meditazione camminata.
Inoltre, nel Theravada, vi sono i canti di “paritta”, canti e preghiere protettive che si crede possano offrire protezione contro le influenze negative. Anche se non sono tecnicamente mantra, queste preghiere possono essere utilizzate come una forma di invocazione per proteggere la mente e il corpo.
Referenze
Riflessioni sui mantra di Sirimedho Stefano De Luca registrate nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il 24 febbraio 2023.
Le riflessioni sono state precedute dalla meditazione di non meditazione:
Foto di copertina di Nuruddean: Statua dorata del Buddha in piedi al monastero di Wat Phra Che Khao Noi, provincia di Nan in Thailandia.