Statua di Patacara

Riflessioni sui segni della Prima Nobile Verità

Riflessioni sui segni dell'esistenza come indicati dalla Prima Nobile Verità: a partire da lettura di una poesia della monaca Patacara

Riflessioni sui segni della Prima Nobile Verità : sofferenza, impermanenza e assenza di sé permanente. Con lettura di una poesia della monaca Patacara:

Theri 5.10: Paṭācārātherīgāthā –Paṭācārā

[Pensai:]
“Arando la terra con gli aratri,
spargendo i semi nel suolo,
nutrendo le mogli e i figli,
i giovani bramani  trovano la ricchezza. 

Allora perché io, dotata di virtù,
Mettendo in pratica l’insegnamento del Maestro,
Non raggiungo il Nibbana? Non sono né pigra né orgogliosa.” 

Per lavarmi i piedi, ho preso dell’acqua. 

Così osservando il suo fluire
dall’alto in basso,
la mia mente si calmò
come un nobile destriero addomesticato. 

Quindi dopo aver preso la lanterna,
entrai nella mia dimora,
sedendomi sul mio giaciglio. 


Prendendo uno spillo, spensi lo stoppino: come andava spegnendosi la fiamma
così la liberazione
sopraggiunse.


Durante le riflessioni è andata via la corrente quindi le riflessioni sono piuttosto corte: una buona manifestazione dell’impermanenza!

I tre segni della prima nobile verità del Buddha sono impermanenza, insoddisfazione e non-sé. Questi segni rappresentano la realtà fondamentale dell’esistenza umana e costituiscono il punto di partenza della via buddhista verso la liberazione.

Il primo segno, impermanenza, si riferisce alla natura mutevole di tutte le cose nell’universo. Niente rimane uguale, tutto cambia costantemente. Questa realizzazione ci insegna ad accettare il fluire della vita e ad essere meno attaccati alle cose materiali.

Il secondo segno, insoddisfazione, si riferisce alla natura intrinsecamente insoddisfacente della vita. Il desiderio umano di felicità e piacere è infinito, ma la realtà è che niente può soddisfarlo completamente e per sempre. Questo ci spinge a cercare la liberazione dalla sofferenza attraverso la pratica del Dharma.

Il terzo segno, non-sé, si riferisce alla mancanza di una sostanza permanente o di un’identità individuale nel mondo fenomenico. In altre parole, non esiste un sé o un ego solido e permanente come spesso crediamo. Questo ci aiuta a comprendere che la nostra esistenza e quella di tutte le cose sono interconnesse e interdipendenti.

Insieme, questi tre segni ci portano a comprendere la natura della sofferenza e a cercare la liberazione attraverso la pratica buddhista. Riconoscere l’impermanenza, l’insoddisfazione e la mancanza di un sé solido ci aiuta a sviluppare la saggezza e la comprensione necessarie per liberarci dalla sofferenza e raggiungere la pace interiore.

Referenze

Riflessioni sui segni della Prima Nobile Verità di Sirimedho Stefano De Luca  registrate nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il 10 marzo 2023.

La poesia di Patacara è stata tratta dalla traduzione disponibile sul sito canonepali.net

Le riflessioni sono state precedute dalla Meditazione sul kasina bianco:  

L’immagine di copertina è di una statua della Venerabile Patacara, scolpita in legno di ibisco, presso il Bhikkhuni Vihara condotto dalla Venerabile Canda, in Inghilterra. Siete invitati a visitare il loro sito pieno di risorse per la pratica!

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