Questa riflessioni sui semi partono dal fatto che il Buddha ha spesso insegnato come sia importante osservare in profondità la nostra mente, per poter essere giardinieri di noi stessi, in modo da coltivare i semi salutari ed estirpare quelli non salutari, con l’aiuto della consapevolezza.
È una pratica necessaria per raggiungere il benessere, e per rendere stabile il nostro dimorare nella pace, altrimenti ci troveremo a ripercorrere sempre gli stessi stati di sofferenza. Il Buddha insegna questo nel Dhammapada:
Fino a che le radici sono intatte, salde,
Dhammapada, 338, traduzione Francesco Sferra
un albero, sebbene reciso, ricresce.
Analogamente, quando la tendenza alla sete non è sradicata,
la sofferenza sorge di nuovo, ancora e ancora
Il termine “sete” che qui viene usato è in lingua Pāli “tanhā“, ed è un sinonimo della brama. Nella catena di produzione condizionata, il paṭicca samuppāda, la brama è l’anello che segue la sensazione, vedanā, e precede l’attaccamento, upādāna. Per questo il collegamento tra sensazione e brama è considerato così importante, perché è quello più debole su cui è più facile intervenire con la pratica.
Ma dell’importanza dei semi il Buddha ha parlato diffusamente in un sutta con lo stesso titolo, che ci spiega in dettaglio perché dobbiamo essere davvero attenti.
AN 10.104: Bija Sutta – Il seme
“Quando una persona possiede una errata visione, un errato proposito, una errata parola, una errata azione, un errato modo di vita, un errato sforzo, una errata presenza mentale, una errata concentrazione, una errata conoscenza e una errata liberazione, ogni azione fisica condotta in linea con quella visione, ogni azione verbale … ogni azione mentale condotta in linea con quella visione, ogni intenzione, ogni decisione, ogni promessa, ogni pensiero, tutto conduce a ciò che è spiacevole, sgradevole, inaccettabile, non benefico e doloroso. Perché? Perché è la visione è maligna.
Proprio come quando un seme d’albero di Nimbo, un seme amaro di pianta rampicante, o un seme acre di melone viene piantato in un fertile terreno, ogni nutrimento preso dal suolo e dall’acqua, tutto ciò che crescerà sarà amaro, acre e disgustoso. Perché? Perché il seme è cattivo. Allo stesso modo, quando una persona possiede una errata visione … una errata liberazione, ogni azione fisica condotta in linea con quella visione, ogni azione verbale … ogni azione mentale condotta in linea di quella visione, ogni intenzione, ogni decisione, ogni promessa, ogni pensiero, tutto conduce a ciò che è spiacevole, sgradevole, inaccettabile, non benefico e doloroso. Perché? Perché è la visione è maligna.
Quando una persona possiede una retta visione, un retto proposito, una retta parola, una retta azione, un retto modo di vita, un retto sforzo, una retta presenza mentale, una retta concentrazione, una retta conoscenza e una retta liberazione, ogni azione fisica condotta in linea con quella visione, ogni azione verbale … ogni azione mentale condotta in linea con quella visione, ogni intenzione, ogni decisione, ogni promessa, ogni pensiero, tutto conduce a ciò che è piacevole, gradevole, affascinante, benefico e rasserenante. Perché? Perché la visione è benevole.
Proprio come quando un seme di canna di zucchero, o di riso o d’uva viene piantato in un fertile terreno, ogni nutrimento preso dal suolo e dall’acqua, tutto ciò che crescerà sarà dolce, gustoso e squisito. Perché? Perché il seme è buono. Allo stesso modo quando una persona possiede una retta visione … una retta liberazione, ogni azione fisica condotta in linea con quella visione, ogni azione verbale … ogni azione mentale condotta in linea con quella visione, ogni intenzione, ogni decisione, ogni promessa, ogni pensiero, tutto conduce a ciò che è piacevole, gradevole, affascinante, benefico e rasserenante. Perché? Perché la visione è benevole.
AN 10.104: Bija Sutta – Il seme
L’importanza per la guerra
Quanto questa pratica sia correlata all’attuale situazione della guerra ce lo spiega Thich Nhat Hanh:
Spesso consideriamo la pace come semplice assenza di guerra, convinti che se le grandi potenze riducessero i propri arsenali vivremmo automaticamente in pace. Se però esaminiamo in profondità la questione delle armi, vedremo la nostra stessa mente con i suoi pregiudizi, le sue paure e la sua ignoranza. Se anche trasportassimo tutte le armi sulla luna, la radice di ogni guerra e di ogni bomba rimarrebbe qui, nei nostri cuori e nelle nostre menti, e presto o tardi finiremmo per costruire nuove bombe. Lavorare per la pace significa sradicare la guerra da noi stessi e dal cuore di uomini e donne. Preparare la guerra, fornire a milioni di uomini e donne l’opportunità di praticare l’omicidio nei loro cuori notte e giorno significa piantare milioni di semi di violenza, rabbia, frustrazione e paura che si propagheranno attraverso le future generazioni
Nhat Hahn Thich, Buddha vivente Cristo vivente, Garzanti
Referenze
Riflessioni sui semi registrate nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il giorno 11 marzo 2022.
Traduzione di AN 10.104: traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Copyright © 1997 Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano. Dal sito canonepali.net.
Citazione di Thich Nhat Hanh ripresa dal libro “Buddha vivente, Cristo vivente”, ed. Garzanti.
“Il Dhammapada. Sulle tracce del Buddha“, a cura di Francesco Sferra, ed. Ubiliber.

Foto di copertina di Paul Szewczyk, tempio buddhista tradizionale in Cambogia.
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