Scritture Buddhiste

Riflessioni sul non essere presenti

Essere presenti o non essere presenti? Questo è l'arduo dilemma della nostra vita! Ma come fronteggiare il fastidio e la sofferenza?

In queste riflessioni ho preso spunto da una lectio magistralis dello scrittore Michel Houellebecq, in cui lo scrittore si interroga sulla capacità della letteratura di aiutare le persone a distrarsi. Racconta anche casi estremi, come questo:

La Rivoluzione francese è stata di una ferocia spaventosa; in certi periodi, le persone venivano letteralmente ghigliottinate in serie. La mia tesi è che, nella fila di quelli che «aspettavano il loro turno», come dice Pascal, nessuno aveva paura della morte, tanto più che quasi tutti all’epoca erano cattolici, convinti che avrebbero raggiunto immediatamente il Creatore. Tutti, però, avevano paura di quel momento terrificante, quel momento inedito in cui la lama avrebbe tagliato il collo fino a staccare la testa dal corpo.

Ebbene, nella fila di quelli che «aspettavano il loro turno», ce n’erano parecchi che leggevano; e tra quelli che leggevano, come attestano numerose testimonianze, alcuni, subito prima d’essere afferrati dagli aiutanti del boia ed essere trascinati al patibolo, misero il segnalibro alla pagina esatta dove erano rimasti – tutti i libri, a quel tempo, avevano un segnalibro.

Cosa significa, in simili circostanze, mettere il segnalibro? Può significare solo una cosa: mentre leggeva, il lettore era talmente assorto nel libro da aver completamente dimenticato che di lì a pochi minuti sarebbe stato decapitato.

Michel Houellebecq: solo la letteratura funziona

Lo scrittore poi estende questa idea alle attese della vita quotidiana, specialmente nei periodi di malattia:

Ci sono poche probabilità che nel prossimo futuro si verifichi una nuova Rivoluzione francese, ancora di meno delle probabilità che Jean-Luc Mélenchon perda le elezioni legislative di domenica prossima. Ma c’è un’altra situazione, anch’essa abbastanza angosciante, che si è molto ampliata nell’ultimo secolo, e che è destinata ad ampliarsi ulteriormente: quella degli esami medici. Un secolo fa avevamo solo la radiografia, i raggi X; ora abbiamo la TAC, la risonanza magnetica e altre cose ancora più recenti. Va benissimo, la medicina fa progressi. Ma le persone si trovano a dover affrontare, e sempre più spesso con l’avanzare dell’età, situazioni in cui attendono i risultati di esami da cui dipenderà la loro vita nei mesi, o addirittura negli anni successivi, e da cui potrebbe dipendere anche il tempo che resta loro da vivere.

Ci si trova lì, in sala d’attesa, forse per un’ora, forse per due, è normale, i medici hanno bisogno di tempo per interpretare i risultati.
Cosa si può fare in una situazione del genere? Esattamente la stessa cosa che facevano gli aristocratici condannati alla ghigliottina: leggere.

Michel Houellebecq: solo la letteratura funziona

Riflessioni sul non essere presenti

Ci possiamo interrogare su quanto questo approccio sia rispondente al Dharma. In ogni caso, mi sembra interessante leggere la sua lectio proprio comparando quel che dice di argomenti così importanti come la malattia o la morte con gli insegnamenti del Buddha, osservando come discrepanze e simiglianze ci fanno sentire nel corpo e nella mente. È un esercizio che pratico spesso quando leggo un libro o un saggio, e per me è stato utile per lasciar andare attaccamenti superflui.

Possiamo leggere quel che dice il Buddha del distrarsi in questa bella storia che ci racconta, dal titolo “la più bella donna del mondo”, Janapadakalyāṇī:

Janapadakalyāṇīsutta SN 47.20

Quindi ho sentito. Un tempo il Buddha si trovava nella terra dei Sumbha, vicino alla città dei Sumbha chiamata Sedaka. Là il Buddha si rivolse ai mendicanti: “Mendicanti!”

“Venerabile signore”, risposero. Il Buddha disse questo:

“Mendicanti, supponete che sentendo: ‘La donna più bella del paese! La donna più bella del paese!’ si radunava una grande folla. E la donna più bella del paese ballava e cantava in un modo elettrizzante. Sentendo: ‘La donna più bella del paese sta ballando e cantando! La donna più bella del paese sta ballando e cantando!’ una folla ancora più numerosa si sarebbe radunata.

Poi verrebbe una persona che vuole vivere e non vuole morire, che vuole essere felice e si ritrae dal dolore. Gli dicevano: ‘Signore, questa è una ciotola piena d’olio fino all’orlo. Devi portarlo tra questa grande folla e la più bella donna del paese. E un uomo con la spada sguainata ti seguirà. Ovunque ne versi anche una goccia, ti taglierà la testa proprio lì.’

Cosa ne pensate, mendicanti? Quella persona perderebbe la concentrazione su quella ciotola e si distrae per negligenza all’esterno?”

“No signore.”

“Ho inventato questa similitudine per chiarire un punto. E questo è ciò che significa. “Una ciotola piena d’olio fino all’orlo” è un termine per la consapevolezza del corpo.

Quindi dovresti allenarti in questo modo: “Svilupperemo la consapevolezza del corpo. Lo coltiveremo, ne faremo il nostro veicolo e la nostra base, lo manterremo attivo, lo consolideremo e lo implementeremo correttamente.’ Ecco come dovresti allenarti”.

Referenze

Riflessioni sul non essere presenti di Sirimedho Stefano De Luca registrate nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il giorno 3 giugno 2022.

Traduzione del sutta in inglese di Bhikkhu Sujato, traduzione in italiano di Sirimedho Stefano De Luca.

La Lectio magistralis di Michel Houellebecq, “Solo la letteratura funziona”, è disponibile sul sito del Corriere della Sera.

Immagine di copertina da Wikimedia: Il Bodhisattva Avalokiteshvara nella forma di Shadakshari Lokeshvara: Folio da un manoscritto dell’Ashtasahasrika Prajnaparamita (Perfezione della Saggezza) – India, Bengala Occidentale o Bangladesh.

Queste riflessioni sono state precedute da una meditazione sul karma:

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