Possiamo usare la capacità di riflessione anche in meditazione, per poter esplorare e toccare a fondo un tema che riteniamo interessante, sia perché ci crea problemi, sia perché va a toccare i nostri aspetti più fondanti?

La risposta è senz’altro positiva. Vediamo cosa ne dice Ajahn Amaro.

L’investigazione figura fortemente negli insegnamenti buddisti. Il termine compare in diversi posti. Dhamma vijaya, ad esempio, significa “investigazione della realtà” ed è uno dei sette fattori dell’illuminazione. Yoniso manasikara è un altro termine che appare spesso. Significa “andare alla radice delle cose” o “prestare attenzione alla fonte”. A volte viene chiamata saggia considerazione o saggia riflessione. Entrambi sono molto apprezzati e incoraggiati negli insegnamenti e nelle pratiche del Buddha.

Ajahn Amaro, Investigation, The Use Of Reflective Thought

In una società in cui siamo spesso sommersi da stimoli esterni e distratti da mille pensieri, yoniso manasikāra ci invita a indirizzare la nostra attenzione in modo più profondo e intenzionale.

Nel contesto del Dharma, l’indagine del pensiero riflessivo non è una mera analisi intellettuale. Piuttosto, è un’indagine profonda e meditativa che ci porta alla radice delle nostre esperienze, al di là delle superficialità e delle distorsioni della mente abituale. Questo tipo di attenzione ci permette di vedere le cose così come sono veramente, libere da pregiudizi e proiezioni.

Praticare yoniso manasikāra significa osservare la nascita e la cessazione dei pensieri, riconoscendo le cause e le condizioni che li sostengono. Significa esplorare le nostre reazioni emotive, le nostre abitudini mentali e le storie che raccontiamo a noi stessi. E attraverso questa indagine, possiamo iniziare a liberarci dalle catene del desiderio, dell’avversione e dell’ignoranza.

I versi del Buddha nel Dhammapada sottolineano l’importanza di questa attenzione riflessiva. Ci ricordano che la mente non allenata, priva di yoniso manasikāra, è vulnerabile alle afflizioni e alle passioni. Ma una mente addestrata, radicata nella consapevolezza e nell’indagine profonda, può diventare una fortezza imperturbabile, protetta dagli assalti delle emozioni distruttive.

Incorporare yoniso manasikāra nella nostra pratica quotidiana significa camminare sulla via della liberazione. Significa sviluppare una capacità di discernimento che ci permette di vedere chiaramente la realtà delle cose, oltre le illusioni e le distorsioni. In questo modo, possiamo vivere con maggiore chiarezza, compassione e saggezza, avvicinandoci sempre di più al cuore del Dharma.

Il Buddha parla spesso di questa modalità di attenzione che usa il raziocinio. Ad esempio, nel sutta SN 12.65 “La città”, il Buddha ripercorre i momenti prima dell’illuminazione (corsivi miei):

“Mendicanti, prima del mio risveglio – quando ero ancora non risvegliato ma intento a risvegliarmi – pensavo: ‘Ahimè, questo mondo è caduto nei guai. Nasce, invecchia, muore, muore e rinasce, ma non sa come uscire da questa sofferenza, dalla vecchiaia e dalla morte. Oh, quando si troverà una via di fuga da questa sofferenza, dalla vecchiaia e dalla morte?’ Allora mi venne in mente: ‘Quando ciò che esiste è la vecchiaia e la morte? Qual è la condizione per la vecchiaia e la morte?’ Poi, attraverso l’applicazione razionale della mente [yoniso manasikārā], compresi con saggezza [paññāya abhisamayo]: ‘Quando esiste la rinascita c’è vecchiaia e morte. La rinascita è una condizione per la vecchiaia e la morte.’

Poi mi è venuto in mente: “Quando ciò che esiste c’è rinascita?” … continua esistenza … attaccamento … brama … sensazione … contatto … i sei campi sensoriali … nome e forma … Cos’è una condizione per nome e forma?’ Poi, attraverso l’applicazione razionale della mente, compresi con saggezza: ‘Quando esiste la coscienza ci sono nome e forma. La coscienza è una condizione per il nome e la forma.’ Poi mi venne in mente: ‘Quando ciò che esiste c’è coscienza? Cos’è una condizione per la coscienza?’ Poi, attraverso l’applicazione razionale della mente, compresi con saggezza: Quando nome e forma esistono, c’è coscienza. Nome e forma sono una condizione per la coscienza.’

Poi mi è venuto in mente: questa coscienza si allontana dal nome e dalla forma e non va oltre. Questa è la misura in cui si può rinascere, invecchiare, morire, morire o riapparire. Cioè: nome e forma sono condizioni della coscienza. La coscienza è una condizione per il nome e la forma. Nome e forma sono condizioni per i sei campi sensoriali. I sei campi sensoriali sono condizioni per il contatto. … Così ha origine tutta questa massa di sofferenza. ‘Origine, origine’. Tale fu la visione, la conoscenza, la saggezza, la realizzazione e la luce che sorsero in me riguardo agli insegnamenti non appresi prima da un altro.

Poi mi è venuto in mente: “Quando ciò che non esiste non c’è vecchiaia e morte?” Quando cosa cessa, cessano la vecchiaia e la morte?’ Poi, attraverso l’applicazione razionale della mente, compresi con saggezza: ‘Quando la rinascita non esiste, non c’è vecchiaia e morte. Quando cessa la rinascita, cessa la vecchiaia e la morte.’ Poi mi venne in mente: ‘Quando ciò che non esiste non c’è rinascita… esistenza continua… attaccamento… brama… sensazione… contatto… sei campi sensoriali… nome e forma? Quando ciò che cessa cessano anche il nome e la forma?’ Poi, attraverso l’applicazione razionale della mente, compresi con saggezza: ‘Quando la coscienza non esiste non ci sono né nome né forma. Quando la coscienza cessa, il nome e la forma cessano.’

Poi mi è venuto in mente: “Quando ciò che non esiste non c’è coscienza?” Quando ciò che cessa, cessa anche la coscienza?’ Poi, attraverso l’applicazione razionale della mente, compresi con saggezza: ‘Quando nome e forma non esistono, non c’è coscienza. Quando nome e forma cessano, la coscienza cessa.’

Poi mi è venuto in mente: ho scoperto la via del risveglio. Cioè: quando nome e forma cessano, cessa la coscienza. Quando la coscienza cessa, nome e forma cessano. Quando nome e forma cessano, cessano anche i sei campi sensoriali. Quando i sei campi sensoriali cessano, il contatto cessa. … È così che tutta questa massa di sofferenza cessa. ‘Cessazione, cessazione’. Tale fu la visione, la conoscenza, la saggezza, la realizzazione e la luce che sorsero in me riguardo agli insegnamenti non appresi prima da un altro.

SN 12.65 Nagarasutta, trad. Bhikkhu Sujato

Buon ascolto!

REFERENZE

Riflessioni sulla saggia capacità di riflessione di Sirimedho Stefano De Luca registrate nel gruppo di meditazione dell’Associazione Kalyanamitta il 22 settembre 2023.

Le riflessioni sono state precedute dalla Meditazione sul perché siamo nati:

E’ possibile leggere il sutta nella traduzione in inglese di Bhikkhu Sujato (con possibilità di testo pali a fronte) su suttacentral.net e in traduzione italiana su canonepali.net

Foto di copertina di fabianor.